Un doveroso omaggio a Luca Ronconi con uno spettacolo che è una pietra miliare della storia del teatro nazionale ove l’attore veste i panni femminili di Medea.
“Medea – leggiamo nelle note di regia di Ronconi – è una ‘minaccia’, una ‘minaccia’ che incombe imminente anche sul pubblico”. Per questo suo essere misteriosa e mostruosa può essere interpretata da un uomo. La sua non è una tragedia della femminilità.
Fin qui, le letture in chiave psicologica di Medea portano a considerare questo personaggio il prototipo dell’eroina combattuta tra il rancore per il proprio uomo e l’amore per i propri figli.
In realtà Medea è il prototipo del minaccioso impersonato da uno straniero.
Un attore, dunque, che non interpreta una donna, bensì un uomo che recita una parte femminile, laddove la femminilità è usata come maschera per commettere una serie mostruosa di delitti. “Medea dallo sguardo di toro”, infatti, è smisurata, dotata di un potere sinistro che si accanisce sulle nuove generazioni, i suoi figli.