Il padre

23 gennaio_4 febbraio 2018

Strindberg scrive una ‘Tragedia Classica’ che, come ogni tragedia, racconta, una ‘caduta fatale’. Qui, è il precipitare della potenza dell’uomo e la crudele sopraffazione da parte della donna.

Il padre

Il Padre è una tragedia. Strindberg la scrive nel 1887 ed è il tentativo di comporre un’opera ‘naturalistica’, cioè che scavi nella ‘natura’ umana, osservando una banale vicenda familiare attraverso lo specchio deformante del mito di Ercole e Onfale e dello ‘scambio di vestiti’ che, nel mito, fecero tra loro. Questo significa lo ‘scambio dei ruoli’ nella società della fine dell’ottocento che segna la ‘caduta’ del ’ruolo’ (e quindi del ‘senso’) della figura paterna.

Strindberg scrive una ‘Tragedia Classica’ che, come ogni tragedia, racconta, una ‘caduta fatale’.

Qui, è il precipitare della potenza dell’uomo e la crudele sopraffazione da parte della donna.

Un titano destinato alla caduta, Strindberg, lo è per destino e per scelta.

La sua vita è stata, a dir poco, tempestosa, contraddittoria, estrema e i suoi interessi si sono rivolti alla pittura, alla scultura, alla fotografia, alla chimica, all’alchimia, alla teosofia.

«Io conosco solo me stesso e non posso che parlare di me!». Così diceva e anche il suo Teatro non è altro che ‘drammaturgia autobiografica’ e sempre tormentata, tragica.

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